Stamattina ritrovo sulla Martesana per i 22km.
Ero pronta: giornata fredda (-3) ma radiosa, radio con la musica giusta, prima volta con lo zainetto per l’acqua, giallo-nero, un pacchetto di caramelle al caffè e due bustine di zucchero rubate al bar.
Il cuore leggero.
Ho scelto di provare il 3:1 dopo i risultati del MagicMile, ma al 5°km già il ginocchio sinistro esprimeva il suo disappunto.
Abbiamo sperimentato un punto di ristoro appena passata la metà del percorso, e nel riprendere a correre il disappunto iniziale si è trasformato in tentato sciopero (ecco la legge del contrappasso dantesco prendere il sopravvento sul povero imprenditore maratoneta: non fanno sciopero solo i collaboratori, ci si mette anche il ginocchio (sinistro!) – papà direbbe che il mio lato comunista ha avuto il sopravvento).
I discorsi sull’alimentazione delle scorse settimane hanno lasciato il segno: dopo aver mangiato una bustina di zucchero, aspettavo curiosa di scoprire (e appuntare) come avrebbe reagito il mio corpo – e invece ha reagito il cervello: ho passato 5 minuti arrabbiatissima (!?), con la voglia di litigare ferocemente con chiunque, per fortuna che c’era Angela.
Morale della favola: io e lo zucchero non siamo fatti l’uno per l’altra. La prossima volta miele di rabarbaro. E, adesso, un sacchetto di piselli surgelati sul ginocchio.
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