Ieri sera le donne correvano nelle retrovie (tranne Angela, ovviamente) e chiacchieravano.
// è troppo bello chiacchierare mentre si corre, dà a Milano un’aria da salotto – e poi, tra donne, fa molto “Sex in the city” //
Tutte lavoriamo, tanto (e tutte, sotto sotto, consideriamo gli uomini come “bipedi parzialmente evoluti” – come li chiama Sara – anche se non si dice).
Stamattina però riflettevo sulle differenziazioni.
Ci sono le donne che non lavorano (!); frugando nell’agenda ho scoperto che ne conosco, quindi esistono, e appartengono a habitat diversi: la moglie/mamma – che lavora un sacco, ma a nero, in realtà, perchè non contribuisce alla crescita del PIL -, la “rentier” – che dà l’impressione di lavorare ed è realmente stressata perchè gestire il personale di servizio è comunque gravoso -, e la mantenuta – che lavora pure lei un sacco, a orari/giorni spesso curiosi.
Ci sono le donne che lavorano (tanto), che, secondo gli indicatori statistici UE, in Italia non sono abbastanza. Naturalmente, essendo femmine, oltre al lavoro d’ufficio (ufficiale, diciamo, solitamente retribuito), sbrigano una quantità di faccende che non rientra negli indicatori statistici (e quindi… non esiste!), in quanto gli indicatori statistici generalmente sono decisi dagli uomini, che non si accorgono di quello che le donne fanno.
Celeberrimo il racconto di quella mogliettina sposata da pochi mesi, alla quale il maritino dice” bell’acquisto, lo specchio del corridoio, pensa che non si impolvera mai”…. // fatto realmente accaduto, non battuta, ndr //
Ci sono poi le donne che lavorano troppo. E come tali, sono socialmente discriminate: te ne accorgi quando nei discorsi dell’ufficio non ti considerano nemmeno una donna… quando sei lì che racconti che stai facendo i salti mortali ti dicono “eh, si, ma tu (inquietanti puntini di sospensione)” – come se fossi una specie differente, con la quale non c’è rischio di contaminazione, perchè – appunto – trattasi di altra specie.
E quelli che ti fanno i complimenti? Ah, ma che brava che lavori fino a tardi (e ovviamente si guardano bene dall’invitarti a cena, visto che arriveresti a un orario improbabile), che sei così responsabile, cosa vuoi che conti se non sai cucinare (e poi vedi che escono con delle ragazze stile okettaok che sanno cucinare).
Bastardi.