Ci sono pomeriggi leggeri, che si organizzano via email, e donne in ritardo per via di 10km di corsa e di improbabili risotti al carciofo.
In giorni così non sai come vestirti, perchè sei restia ad abbandonare il piumino, ma dopotutto sai già che farà caldo – Milano era tutta bella, con bambini truccati per il carnevale e negozi del centro aperti in omaggio al Micam.
E così mi sono divertita un sacco, chiacchierando // troppo e di tutto // con una persona intelligente e innamorata di Milano (uno che la domenica mattina alle 8 va a Milano a fare colazione e a cercare libri!), tuffandoci in negozi, commentando le vetrine, bevendo il cappuccino (!) da Bastianello in Via Borgogna, con pasticcini con crema e fragoline di bosco.
Da Vuitton c’era un vestito nero da urlo, e naturalmente IL portafoglio perfetto.
Si parlava anche di lavoro, di uffici in palazzi di vetro, di quanto pesano vasi pieni di palme e di quanto costano le bussole negli specchietti retrovisori delle BMW.
Stasera ho letto questa:
Se si escludono istanti prodigiosi e singoli
che il destino ci può donare
l’amare il proprio lavoro
(che purtroppo è privilegio di pochi)
costituisce la migliore approssimazione concreta
alla felicità sulla terra:
ma questa è una verità che non molti conoscono.
(Primo Levi, da La chiave a stella)