Legami di famiglia

inserito il 24 Luglio 2011
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La nonna sta morendo. Piano piano, come una fiammella che si spegne, come un tessuto sliso che prima o poi si strappa.
La nonna muore nella camera in cui ha dormito da quando è morto il nonno, con una finestra grande che dà sul giardino di mamma e papà. Le hanno portato un letto da ospedale, che è più comodo e facile da alzare, e anche una sedia a rotelle per spostarsi, ma è ancora incartata, perchè quella dello zio è più bella.

Oggi pomeriggio c’era un gran riverbero di luce, le pareti sembravano bianchissime, nude, con la sola immagine della Madonna di Binzago e la cornice della specchiera fatta dal nonno.

// Nel libro che mi è capitato tra le mani quest’inverno, nella casa di Elisabetta e Alvaro, il Cardinal Martini racconta di un proverbio indiano che parla di 4 stadi nella vita dell’uomo.
Il primo è quello nel quale si impara, il secondo è quello nel quale si insegna e si servono gli altri.
Nel terzo stadio si va nel bosco, e questo è molto profondo, “significa che il terzo stadio è quello del silenzio, della riflessione, del ripensamento”.
E poi c’è il quarto stadio, in qui si impara a mendicare, la mendicità. L’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica.//

La nonna è a letto e non si lamenta, ma è arrabbiata perchè le sembra di riposare senza avere fatto niente. Nessuno le ha detto che ha un tumore, giocando sul fatto che una parte dei suoi pensieri sembra più distante, come lontana (mentre per il resto è lucida), ma oggi si parlava di morfina e io penso che una parte di lei sappia tutto, perchè ha fatto l’infermiera.

Io sono un crocevia di pensieri. Da un lato qualcosa dentro di me registra tutto – le immagini, la luce – come se si preparasse a raccontare una storia o avesse il dovere di raccontare una storia; dall’altro mi struggo per il fatto che so che alla nonna rimangono pochi giorni, eppure lascio che se ne occupino gli altri, io che a Calcutta ero capace di assistere chi non avevo mai conosciuto.

Da un lato tutto è profondamente giusto, perchè la nonna è anziana e perchè ha compiuto tutto quanto nella vita, e muore nella sua casa, con la sua famiglia – e davvero la morte è in questo caso così naturale che non mi riesce di averne paura. Dall’altro lato, mi fa orrore perdere una parte della memoria che stupidamente ho lasciato all’esterno, come confidando in un hard disk che si sta rompendo senza che sia più possibile farne il backup.

Con la nonna perdo un sacco di storie che ho semi-ascoltato da bambina, tutta assorta nelle storie scritte dagli altri (i miei libri scritti da altri), storie che mi appartengono, che non mi sono presa la briga di scrivere e che rischiano di venire davvero dimenticate. Questo è per me imperdonabile.

Stasera pensavo alla famiglia, che è un coacervo di legami incisi nel sangue. La famiglia che significa anche esserci, diritto/dovere, come quello di presenziare a un funerale. La famiglia che si stringe accanto a una persona e che diventa una roccaforte.

Non posso partire con la nonna così e non c’è niente da dire.

//
Stand by me
di Ben E.King
When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we’ll see
No I won’t be afraid, no I won’t be afraid
Just as long as you stand, stand by me

And darlin’, darlin’, stand by me, oh now now stand by me
Stand by me, stand by me

If the sky that we look upon
Should tumble and fall
And the mountains should crumble to the sea
I won’t cry, I won’t cry, no I won’t shed a tear
Just as long as you stand, stand by me

And darlin’, darlin’, stand by me, oh stand by me
Stand by me, stand by me, stand by me-e, yeah

Whenever you’re in trouble won’t you stand by me, oh now now stand by me
Oh stand by me, stand by me, stand by me

Darlin’, darlin’, stand by me-e, stand by me
Oh stand by me, stand by me, stand by me

categoria: // Black box

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