Qualche giorno fa sono stata convocata per un progetto in uno studio notarile a pochi passi da Cordusio.
Ufficio grandioso, pieno di classe (volte a botte, cornici delle porte color giallo uovo, pavimenti magnifici, una cassaforte antica gigante).
Lo studio ha due soci, il socio giovane – il nostro notaio, piuttosto atipico, visto che non ha fatto un plissé leggendo l’oggetto sociale di Redbug – e quello Vintage.
Il socio Vintage è una di quelle donne che ti fanno sospirare di ammirazione; intanto è l’unica donna che io conosca che può portare impunemente le ballerine (Audrey Hepburn è morta).
Poi è impeccabile: nel vestire, nei modi, nei gioielli (tema sul quale, come è noto, sono assai critica).
Raffinata viaggiatrice, è intelligente, compentente, preparata, ai vertici della professione.
E vederla giocare con il figlio (il notaio giovane) era come guardare una leonessa con il cucciolo: uno spettacolo.
Avviandomi verso la metro, e poi zampettando verso il parcheggio di Via Visconti di Modrone, mi è tornato in mente il Ragionier Angelo, al quale ero tanto affezionata.
Era una persona fantastica e forse dall’alto ancora mi guarda e scuote la testa col suo piglio di finto burbero.