Il mondo ricorderà il 20.10.2011 per l’uccisione di un dittatore, io per un pomeriggio di colloqui.
Redbug cresce e cerchiamo una persona che si occupi di Customer Care / ruolo che nel nostro caso è un misto tra gestione ordini, assistenza al cliente in caso di problematiche, e p.a. per i negozianti che si dimenticano di fare gli ordini /.
Abbiamo messo un annuncio una settimana fa (… richiediamo CV con lettera di motivazione, … amante degli animali …), ricevuto circa 60 CV e convocato 3 persone / e per l’occasione – finalmente – abbiamo adottato un tuttofare per le pulizie; il capannone sembrava una casa di campagna durante le pulizie di primavera /.
La cosa che mi ha più colpito è la grande differenza con i colloqui fatti in altre occasioni a Milano; ho avuto la sensazione di essere lontana mille miglia, eppure distavo solo pochi km.
Le ragazze convocate erano totalmente diverse l’una dall’altra, e mi sono piaciute; nessuna è svenuta alla fatidica domanda (fatta con calibrata naturalezza e sorriso accattivante): “Hai paura dei grilli?“; una si è messa a ridere, ha sfoderato le foto di 6 pogone e un serpente, chiesto se già che c’era le vendevamo un tubo di cavallette, e spiegato chiaramente che non ci ordina più i grilli perchè una volta le sono arrivati mezzi morti.
Fare colloqui mi stanca.
Da un lato devi raccontare chi sei, dove stai andando (e nel caso di Redbug, dribblare i lati meno … nobili del mestiere, ossia l’inevitabile periodica fuga di grilli per il capannone). Dall’altro ti immergi nella vita degli altri, cercando – come un predatore – di carpire quello che ti serve per decidere se vale la pena di investire il tuo tempo in una persona.
Per le piccole realtà, scegliere un collaboratore è sempre un rischio: il singolo conta troppo, e l’ambiente di lavoro è davvero un microcosmo. Per mia esperienza le persone bisogna vederle all’opera; bisogna capire “se gli pesa il culo sulla sedia” oppure se sono disposte a correre, rimboccarsi le maniche e, se è il caso, a spalare la merda dei grilli; in genere do poco peso ai CV, molto di più a quello che le persone scrivono e raccontano di sè.
Una ragazza, che sicuramente aveva il CV più ricco / e più esperienza / delle altre, mi ha prevenuto dicendo di non scartarla per quello. Le ho detto che capivo, perchè so come ragionano gli imprenditori quando non vogliono portarsi a casa una risorsa che percepiscono come troppo “qualificata” (e costosa); a volte il CV è un fardello.
La ragazza più giovane, che ancora studia e sta cercando un lavoro part-time, è entrata (con al collo una sciarpa di un azzurro bellissimo), ammettendo di essere una ragazzetta e quindi di aver tanto da imparare. Le ho chiesto cosa vorrebbe fare da grande. Anche questo non vorresti mai: qualcuno che lavora per necessità e non perchè sta facendo un lavoro che gli piace.