Back to the ICANN meeting

inserito il 16 Marzo 2012
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Ieri pomeriggio sono tornata a San Josè, dopo aver vagabondato per il Costa Rica.
Era la sera del gala dinner dell’ICANN meeting numero 43, che si è tenuto al Centro de Eventos Pedregal.

Da San Josè ero partita sabato mattina, diretta verso il vulcano Arenal, risvegliatosi nel 1968 dopo secoli di inattività. Mi hanno detto che era completamente ricoperto di verde, e che nessuno credeva si trattasse di un vulcano. Il giorno dell’eruzione morirono un centinaio di persone, e migliaia di capi di bestiame.
L’intera zona cambiò volto: negli anni successivi fu creato il bacino artificiale dell’Arenal, che è fonte di buona parte dell’energia elettrica del paese.

Da non dimenticare

  • La passeggiata alle pendici dell’Arenal, dove la vista spazia fino al bacino dell’Arenal, con Franklin (la guida) e un piccolo drappello abbastanza assortito
  • Le sorgenti termali Tabacòn, un luogo magico. Di notte, con la pioggia, la solitudine, i suoni della foresta, e l’acqua calda del fiume che nasce dal vulcano
  • La gentilezza di Alvarin (un ristoratore) e di Franklin, che mi hanno portato alla cascata / Catarata de la Fortuna / e aiutato a cambiare gli euro
  • La scalata al Cerro Chato nella giungla di giurassic park, e la discesa nel cratere, fino al lago avvolto nella nebbia, con Pietro (b e l l i s s i m o) e Jan
  • L’ostello Arenal Backpackers Resort, molto bello e organizzato.

Con la jeep-boat-jeep, su strade sterrate che difendono un mondo antico, sono arrivata a Santa Elèna. C’era un tramonto bellissimo, che accendeva i mille colori del verde dopo la pioggia, e l’aria era fresca. E’ stato come tornare a casa.

Indimenticabili

  • Arco Iris Ecolodge, un posto fantastico per dormire, leggere, respirare Monteverde. I 30 dollari meglio spesi.
  • Il Butterfly Garden, un posto di pace, e Noemi, con i riccioli biondi, una tranquillità e una grazia da lasciare senza parole
  • La camminata fino a Monteverde, mangiando chevice, e sentendomi così leggera, nel vento e nel sole
  • Le stelle
  • Il sentiero Cano negro, nella riserva di Santa Elèna, avvolto nella nebbia e trasudante umidità.

Di lì, con un viaggio lungo, sono arrivata a Puntarenas; dopo 2 ore d’attesa, passate a mangiare chevice e bere batidos in un baracchino lungo la spiaggia, sono ripartita alla volta di Quepos, dove l’aria era rovente e afosa. Quepos dista 7km dal parco di Manuel Antonio.
L’ostello più bello (Vista Serena Hostel) era pieno, sicché mi sono rifugiata in un hotel che non era nulla di speciale / tornassi indietro cercherei in un hotel più vicino al parco, perché l’autobus è comunque una scocciatura.

Da ricordare

  • L’oceano Pacifico così diverso da come lo ricordavo / sono passati così tanti anni da L.A. / l’acqua calda, verde chiaro
  • Il tramonto, dove il sole sembra essere risucchiato dal mare
  • Leggere il mio libro su Maria Callas nella spiaggia di Manuel Antonio, nel parco, dove sono arrivata molto presto e per una qualche ora sono stata l’unica persona in mezzo a un branco di paguri
  • Scoprire che Skype può essere pericoloso / sono stata svegliata alle 3 di notte da Marco che era tranquillo in ufficio.

Da lì sono tornata a San Josè, con un autobus diretto, in circa 3 ore.

Il paese è bellissimo, colorato, pieno di animali. Giovane, con la gente che sa sorridere e prendere la vita con la giusta distanza. Facile da girare, costoso (colpa degli americani, ovviamente). Internet e il wi-fi sono ovunque.
Mi è spiaciuto non avere più giorni, ma è un viaggio nato così, a cavallo di un ICANN meeting, a cui pensavo di non avere il tempo di andare.

Invece, ancora una volta, nella vita tutto è relativo, e ogni tanto anche il tempo si dilata, per lasciare spazio a una cascata di pensieri, che è l’unico modo che conosco per ritrovare la strada di casa.

categoria: // Backpack

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