In un ufficio in cui a tutti viene voglia di volare (a cominciare da gatti e pogone), il disappunto di Filippo per un sito aziendale / il nostro! / ancora fatto in flash ha innescato una rivoluzione.
Nominato seduta stante project manager incaricato del restyling, Filippo ha chiamato a raccolta le truppe, radunatesi oggi puntualissime in sala riunioni, con Vito proiettato in conference call.
Se il sito attuale era nato dagli scarabocchi tracciati sulla tovaglia della Venerina / ancora religiosamente conservata nei miei cassetti /, il nuovo sito nasce da un brain storming collettivo, sintetizzato in maniera impeccabile dal nuovo PM.
Sono convinta che Filippo saprà convogliare le idee di tutti e portare online il progetto.
Osservando Filippo, ma anche gli altri / Enrico alle prese con Skema, o Alessandro con QRP / mi è venuta un’idea che può forse cambiare le cose e risolvere un problema in cui mi dibattevo.
Penso che il project management sia essenziale in qualsiasi progetto; tuttavia inserire un project manager in una realtà come la nostra è difficile – in parte perchè siamo ancora troppo piccoli per aver bisogno di un senior (abituato a gestire decine di risorse), in parte perchè è un ruolo di grande fiducia, l’ago della bilancia verso l’interno e verso l’esterno dell’azienda. In parte perchè, proprio per questo, c’è bisogno di un back-up.
E se il project management dei progetti fosse invece affidato – a turno – alle risorse? Continuando a svolgere il proprio lavoro, ciascuno potrebbe dedicare del tempo alla gestione di un progetto, garantendo la circolazione della conoscenza sul progetto all’interno dell’azienda, crescendo nelle responsabilità, migliorando le proprie skills gestionali e progettuali.
E’ un cambiamento di prospettiva, ma forse è la strada giusta da seguire. Come mi ha insegnato Crystal, il .co non necessariamente vuol dire punto Colombia: basta guardarlo da un’altra angolazione e crederci.