Pezzo a pezzo, Paris sta completando la sua muta. Ha cominciato diventando come opaca, e poi perdendo brandelli di pelle.
Ha adottato una tattica furbissima: gonfiarsi, in modo da far staccare la pelle morta e poi sgonfiarsi e strusciarsi per liberarsi del vecchio guscio.
Ormai ha quasi finito: le manca solo un pezzo di pappagorgia.
Ieri sera ho comprato il volo per Saragozza.
Come sapevo, come volevo senza volerlo dire, inizio il cammino il giorno del compleanno di Elisabetta.
E’ un senso profondo delle cose, quello di cui ho nostalgia – il magico nascosto nelle coincidenze, nei particolari.
Chissà cosa c’è a Roncisvalle, e poi lungo il Cammino di Santiago.
Ieri mattina ero da un cliente di vecchissima data, Brenna Arredamenti, una piccola azienda di Nova Milanese. C’erano Roberto e Nick Tignonsini, e mi è piaciuto un sacco rivederli. Lo raccontavo stamattina ad Alessio, che li conosce.
Ci sono ancora le brave persone, quelle con cui non ti vedi per anni e parli come se ti fossi vista solo la settimana prima, raccontandoti cosa è cambiato come si fa durante un viaggio.
Nick ora è un papà di 46 anni, Roberto è sempre un tesoro.
Il viaggio: dunque cerco ancora quello che è parte di me, quello che io sono / come ha scritto Norberto in quel quadro /; andare in giro vagabonda con le mie Teva e uno zaino sulle spalle.
Iran dorme sulla sedia dietro di me: siamo ancora in ufficio; vorrei andare a salutare Ivan che ha organizzato un aperitivo prima di partire per Londra. E’ Iran che non posso lasciare (love is the oly thing that you can’t leave behind), Iran che ora è contento perchè non lo lascio a casa da solo, lo porto con me dove posso accarezzarlo e vederlo ogni momento.
Abbiamo bisogno di un giardino.
A proposito di viaggi / Ho ritrovato questo link: