Giornata fredda, di sole e vento.
Che bello svegliarsi e fare una doccia affacciati sulla città, e poi aggirarsi in bicicletta per una Lower Manhattan insolitamente calma.
Pochissima gente per strada e nei negozi, nonostante sia tornata la corrente quasi dappertutto.
Siamo stati sul ponte di Brooklyn, incrociando runners e altri ciclisti, poi al Memorial 9/11 – dove sta sorgendo il nuovo WTC -, nella City, alla Battery e lungo l’Hudson, fino al Meatpacking District. E poi: attraverso Greenwich e il West Village, fino a tornare a Soho.
NYC ha un’odore e una luce inconfondibili.
Mi piacciono i negozi, le persone che si incontrano. Oggi tutti erano gentili, tutti parlavano della Maratona che non c’è (ed è quasi come se un anno si fosse deciso di non celebrare il Natale).
La proprietaria di un negozio di borse a Nolita, in Elisabeth Street; un signore simpatico con il quale ci siamo dati appuntamento tra 1 anno, alle 13 a Le pain quotidian lungo l’Hudson, il sabato prima della Maratona; una signora preoccupata nel vedermi armeggiare con la mappa / avevo bisogno di indicazioni? /; una coppia di ragazzi conosciuti in hotel: con tutti abbiamo chiacchierato del più e del meno, e naturalmente della grande assente.
Che delusione: sarebbe stato il tempo ideale per correre.
La città è ancora spezzata in due; con la metropolitana che non funziona, raggiungere la città di mezzo e più in là Central Park sembra un’impresa dispendiosa.
In attesa che tutto torni alla normalità, abbiamo pranzato a Le pain quotidien, mangiato hotdog per strada, un sandwich in un localino a Soho chiamato Ground Support e un pasticcino micro da Baked by Melissa, per poi cenare da Katz’s Delicatessen, sconfitti dal Katz’s Pastrami e dalle patatine fritte, e bevuto qualcosa in un locale chiamato Macondo, molto carino, sulla Huston.