La domenica a NYC è il brunch da Balthazar (norvegian eggs belle come un quadro, tortino alle mele e spremuta d’arancia assisi sul divano di pelle rossa), la partita dei Knicks al Madison Square Garden (ore 12!), un giro al Rockfeller Center illuminato a stelle e strisce, e concerto jazz al Birdland.
La metropolitana 6 ha ripreso a funzionare, e ci ha aperto la via verso Mid Manhattan; quando siamo usciti – giornali sottobraccio – per andare da Balthazar c’era il sole, l’aria fredda e pochissima gente in giro per Soho. / la giornata perfetta per la Maratona /
Poi abbiamo puntato verso il Madison Square Garden, e per la partita NBA dei Knicks, che non è sport (o almeno non solo), ma uno show fatto di basket, balletti, voli acrobatici, giochi di luce, musica… il Madison Square Garden è una struttura bellissima, centrale, organizzata alla perfezione; il pubblico era tutto applausi per i Knicks, squadra che sembrava composta da galeotti appena usciti di prigione, e per gli idoli di casa (quelli che a incontrarli di sera mi avrebero fatto paura): Carmelo Anthony e Rasheed Wallace.
Siamo stati a spasso per Mid Manhattan, ho rivisto il mio primo hotel di New York (ACE Hotel), che è davvero bello, e si è ingrandito aprendo un ristorante e un bar.
L’ombra dei grattacieli disegna la luce della città.
La Fifth avenue mi ha annoiato; negozi troppo pieni di gente, l’eterna fila (di italiani!) davanti ad Abercrombie, i piumini giapponesi di Uniqlo ovunque.
Il paese delle meraviglie era invece al corner con Central Park, dove svetta il cubo di vetro della Apple, con subito alle spalle FAO Schwarz; Marco ha comprato un elicottero, io un cappellino verde con le antenne.
La sera abbiamo cenato in Times Square (sbagliano e sapendo di sbagliare), per poi andare al concerto jazz al Birdland, che mi è piaciuto tantissimo nonostante il sonno (suonavano Arturo O’Farril Afro-Latin Jazz Orchestra).