Ieri sera ero invitata ad una festa, e c’era il corso di marketing, per cui sono uscita dall’ufficio diretta verso il centro di Milano, senza alcuna possibilità di passare da casa o sotto una doccia.
La festa era in un loft bellissimo e insospettabile, arredato con gusto senza essere impersonale, come riescono a fare solo le persone piene di interessi.
La festa: riuscitissima, catering spettacolare, cibo eccellente senza essere manierato, 150 persone (si, nel loft ci stavano) tutte à la page, tutte rigorosamente “di quella zona” / la cui stessa appartenenza le rende una gruppo entico a sè, rinconoscibilissimo nei tratti, nell’idioma, negli usi e costumi.
Io.
Arrivata lì ancora al telefono con Enrico, che ha la mamma che sta morendo, e che lotta senza lamentarsi, perchè è una donna forte e perchè ha una famiglia magnifica, che la sostiene.
Io.
Aggirandomi tra gli alieni, pensavo che sono intrinsecamente diversa, e non solo per il posto in cui vivo.
Io.
C’è Iran che si nasconde sotto le coperte, e mi tocca le mani con le zampe senza unghie. E sono felice.