Nevica. Quando sono uscita dall’ufficio erano quasi le 14 e sembrava che una macchina impazzita sparasse pop-corn sulla tangenziale.
E’ anche domenica di voto: al seggio c’era la coda per votare, e le scatole di cartone sembravano già piene.
Qualche giorno fa Piazza Duomo a Milano e poi Piazza San Giovanni a Roma straripavano di grillini, al grido di Mandiamoli a casa!
1/5 o 1/4 degli italiani, dunque, voterà di protesta; il resto si frammenterà nella galassia dei soliti partiti, con i soliti volti; le briciole andranno a Fare, che avrebbe raggiunto il 4-5% se Giannino non si fosse rivelato un bugiardo a 4 giorni dal voto.
Come sarebbe stato diverso se ci fosse stato Renzi: forse saremmo andati a votare con un po’ più di speranza in cuore.
Ieri sera io e Marco siamo stati a mangiare il brasato (buonissimo) da Carla e Saulo; al ritorno, in autostrada, ci sembrava di essere nel mezzo di una tempesta di neve.
A casa, avrei voglia di rifugiarmi con un libro sotto le coperte, circondata da gatti: ma è meglio lavorare, con tutto il ritardo accumulato. Quanti pensieri.