E’ arrivato Didi, e sembrava non fosse passato neppure un giorno da quando ci siamo visti la scorsa estate, prima del suo viaggio in Albania.
1 anno fa eravamo a Londra per la maratona e quest’anno, come da programma, siamo andati insieme al Salone e al FuoriSalone.
Due anni fa ci eravamo ripromessi di spenderci più tempo, ma inutilmente: l’impresa è titanica e ci siamo persi come da copione, tra stand e allestimenti.
Di bello ho visto meno di due anni fa. Cercavo idee per una libreria, ma non ho visto nulla che facesse esclamare: uao!
In generale, c’erano tanti mobili rivestiti di vetro, tanto legno di quercia e tanti tavoli quadrati, di dimensioni anche piuttosto importanti. Pensavo che anche qui a casa starebbe meglio un tavolo quadrato, appoggiato magari alla parete. C’erano anche diverse aziende con i mobili in cartone.
La cosa più bella è stata ritrovare il sole; sabato mattina siamo andati in treno a Milano, e d’improvviso la primavera splendeva ovunque. Nella notte gli alberi hanno indossato il vestito primaverile, e tutto sembrava nuovo e bello sotto il cielo azzurro e il sole caldo.
Avrei tanto voluto queste giornate calde per mettere Paris al sole.
Brera era in festa, piena di gente che entrava ed usciva dai cortili bellissimi; i portoni aperti a scoprire un mondo nascosto.
A Didi è piaciuto girare per la città a piedi, dall’Isola a Piazza del Carmine, per poi fare un salto in Sant’Ambrogio con Marco e poi in via Tortona.
Abbiamo pranzato tardi, con uno spritz e una pizza, e cenato in un locale chiamato God Save The Food, che sembrava atterrato in via Tortona da New York.
Incredibile anche il fiume di gente che ha invaso Tortona ieri sera – gli stand erano aperti fino a tardi, e la movida sembrava destinata a non finire mai. Milano può essere così solo in questa settimana, e sono contenta che Didi sia venuto con il suo carico di miele e mi ci abbia portato.