Ci sono casi in cui andare “in direzione contraria” non vale proprio la pena.
Il sospetto, a dire il vero, l’avevo avuto subito: l’idea di un giardino verticale realizzato senza terra in un cavedio sia pure a cielo aperto, ma con scarsa illuminazione al piano inferiore, mi sembrava una forzatura della natura.
Che, di solito, quando forzata si ribella.
Per farla breve, l’architetto ha vinto su tutta la linea: 2 piani di verde verticale all’interno del cavedio (uno con poca luce naturale, l’altro con troppa, ndr), settimane per la scelta delle essenze più adatte (!), squadra di montatori con centinaia piantine (striminzite già all’arrivo, a dire il vero).
Il verde verticale di Verde Profilo è fatto da un impianto di irrigazione controllato da una pompa e ovviamente programmato (dove peraltro bisogna mettere il fertilizzante venduto dalla stessa azienda, manco a dirlo), 2 strati di un tessuto verde tipo il feltro ma più leggero, tra i quali si suppone che debba filtrare il nutrimento e l’acqua per le povere piantine, infilate senza terra in sacche ricavate dal tessuto.
// no, dico, ma come si fa a concepirlo?? //
Costi: altissimi. In aggiunta ovviamente al salasso della progettazione e realizzazione, vanno calcolati: concime (proprietario), acqua, 2 lampade sparate sulle piante del piano inferiore, che ovviamente devono restare accese tutto il giorno…Risultato: + euro 300/mese nella bolletta dell’elettricità (dimostrate, non sono cifre a caso).
Manutenzione: sostituzione delle piantine defunte, anche nel periodo di “garanzia”, a cura del poveretto che ha avuto la malaugurata idea di ascoltare l’architetto e realizzare il giardino.
Fosse finita qui, si risolverebbe in un affare per ricchi a cui piace mostrare di avercelo verde… ma non è finita qui, perchè il progetto in realtà è una bufala: non è sostenibile, non funziona, nonostante le foto ostentate sul sito dell’azienda Verde Profilo.
O meglio, forse funziona da Replay in Viale Vittorio Emanuele, dove le piantine le sostituiscono e pazienza, è pur sempre la vetrina… ma a casa del comune mortale, e soprattutto all’esterno, le povere piante senza terra risentono degli sbalzi climatici e del caldo torrido estivo, dove 2 irrigazioni al giorno non bastano di certo.
Risultato finale: un mare di soldi per avere davanti agli occhi la foto che campeggia in questo post.
Sembra però, a detta dei veri inventori del giardino verticale “Patrick Blanc“, che nel caso in questione il problema consista in un difetto di progettazione e che cambiando pompa e feltro il giardino è assicurato (e garantito).
Io dico che è molto meglio una bella edera e un gelsomino al piano di sopra.