Il tuo primo viaggio a Londra è stata un’esperienza bellissima.
Siamo partiti io e te il venerdì sera, Marco era già a Londra che ci aspettava. Sull’aereo sei stato bravissimo, hai giocato con il nostro vicino di posto e poi ti sei addormentato, per svegliarti durante la coda al controllo passaporti (interminabile, una vergogna).
Siamo arrivati tardissimo in hotel, un poco stravolti per il viaggio rocambolesco. L’hotel, in compenso, era bellissimo: citizenM London Bankside, con la lobby più bella che avessi mai visto, un’area verde interna e delle camere molto futuristiche, con un letto enorme incastrato tra le pareti e il vetro della finestra.
Il sabato siamo stati in giro per la città, prima al Borought Market, dove ci siamo divertiti tantissimo, annusando e assaggiando; poi alla Tate Modern, dove abbiamo anche pranzato (anche tu, sul seggiolone!), nonostante avessimo poca fame dopo gli assaggi del mercato.
Siamo stati ad Hide Park, a ritirare il pettorale: era una giornata di sole, molto bella, ma che fatica in metropolitana con il buggy, quando non c’erano nè l’ascensore nè le scale mobili!
Da Hide Park siamo andati a Green Park, passeggiando, e poi la sera siamo andati a cena dal compagno Franco, che ormai compagno non è più: si è trasformato in Sir Franco, vive in una villetta molto inglese, con Anastasia e con Carla, che è deliziosa.
La domenica è stata magica: la mattina nella lobby a far colazione eravamo in 2, entrambi diretti alla Half-Marathon: io e Guido, un ragazzo del Lussemburgo, che mi ha offerto un passaggio in taxi.
Così ci siamo ritrovati a chiacchierare, ingannando l’attesa, e mi sono anche commossa quando ho visto lo stand della Bliss, un’associazione per i bambini nati prematuri.
Prima della gara ho incontrato Tommaso, che era dietro di me (su 16.000 partecipanti!) prima del traguardo.
Il percorso della mezza è bellissimo; ho iniziato senza Galloway e ho deciso di correrla tutta senza camminare: che fatica!
Al traguardo ho mangiato tutto quello che trovavo.
Era anche il compleanno di Marco, e avevo regalato a tutta la famiglia un k-way: lui grigio, io arancio e Ayrton azzurro. Siamo andati a pranzo in un ristorante carino dietro Harrods, poi sono tornata in hotel a cambiarmi e poi di nuovo a spasso per la città, fino a Conven Garden, dove Ayrton si è messo a giocare con una pianola nell’Apple Store.
La sera abbiamo cenato vicino all’hotel, in un pub molto carino. Più incasinato il rientro a Milano: il volo ha fatto un po’ di ritardo, scombinando tutti i miei piani.
Resta il fatto che mi sarei fermata volentieri un giorno in più – e che tu sei uno spettacolo perchè sei sempre contento… in metropolitana guardavi tutto e salutavi la gente, e tutti ti sorridevano.