L’ho saputo per caso, e anche questo fa male.
Ho sempre dato per scontato che sarebbero rimasti tutti ad aspettarmi, e invece non è così. Te ne sei andato qualche giorno fa, e io non ti vedevo da qualche anno. Chissà se hai saputo che ho avuto un bambino.
Ricordo sempre quello che mi dicesti di tuo figlio: che era il viaggio più bello. Lo guardavi con occhi innamorati, e raccontavi di quanto piacere ti dava scegliere il pezzo di carne migliore per lui, e guardarlo mangiare.
Ricordo i pomeriggi su Gentilina, con te e Heidi, Peppe e Flavia – armoniosi, pieni di sole e di tranquilla bellezza. Architetto, avevi una casa bellissima, sulle colline di Civitanova.
Ricordo Siddartha, la barca gialla con cui tu e Heidi avevate passato tanto tempo veleggiando in Grecia, anni prima che ci conoscessimo – quanti racconti, sempre pieni di entusiasmo!
Ecco, ti ricordo così, caro amico. Ti cercherò sempre sul molo, là dove era ormeggiata la tua barca.
/ Sono lontana da molti anni, eppure era lì che volevo vivere. Ogni tanto mi chiedo che senso abbia tutto questo.