La tua prima parola è grazie, che ti eserciti a ripetere con la tua vocina più bella.
Sei tutto un sorriso furbesco.
A volte vuoi dire ma non sai come spiegare e sfoderi il tuo ditino ad indicare.
Oggi sei venuto con me al lavoro, come facevamo una volta: che tuffo! Ci siamo fermati a vedere il nuovo capannone, e poi a casa di Marco. Tutto notavi, la tenda che non c’è più, i tuoi disegni ancora appesi, la
tua vita fino a prima del nido.
Sei proprio il viaggio più bello.