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Pezzo a pezzo, Paris sta completando la sua muta. Ha cominciato diventando come opaca, e poi perdendo brandelli di pelle.
Ha adottato una tattica furbissima: gonfiarsi, in modo da far staccare la pelle morta e poi sgonfiarsi e strusciarsi per liberarsi del vecchio guscio.
Ormai ha quasi finito: le manca solo un pezzo di pappagorgia.

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Ieri sera ho visto Dark Shadows, di Tim Burton.
Molto carino, racconta la storia di una famiglia piena di maledizioni e di una (bella) strega cattiva.
Come al solito, c’era anche Helena Bonham Carter, moglie e musa di Tim Burton, che ha collezionato grazie ai film gotici una serie di ruoli / e di volti / intriganti.

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Riassumendo:

Sono degli infedeli:  più interessati ai vantaggi immediati che non al lungo periodo.
Amano partecipare e passano parola solo se conoscono e capiscono le regole del gioco.
Soprattutto: adorano sentirsi più furbi di te.

Gli italiani vanno al cinema, ma lo fanno più volentieri se trovano un trucco per risparmiare.

Se ai tempi di Dante sapere tutto era un’impresa ardua ma possibile, oggi l’eclettismo è un male.
In un momento in cui vince la specializzazione e il rumore di fondo e la concorrenza rendono necessaria la sintesi nella comunicazione, saper o voler fare e dire tante cose difficilmente porta ad un risultato vincente.

Less is more, diceva Mies Van Der Rohe.
E’ la vittoria dell’etichetta. L’unica via di scampo sono le storie, ma richiedono tempo, che è risorsa scarsa (e assai costosa).

La Morosina era una libreria di Cattolica, scoperta qualche anno fa.
Uno dei posti in cui passerei le ore: pieno di libri e con un libraio con cui puoi disquisire di questo o quell’autore.
Purtroppo ha chiuso, è rimasto uno spazio vuoto, segno di tempi nefasti.

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Il regalo di compleanno di Manuela Berti per Iran! Non c’è niente da fare, quando uno nasce bello, gli si perdona pure la distruzione di un divano.

La sera piove. Inzuppando i poveri camaleonti.
Stamattina però ad un certo punto è spuntato il sole, e l’aria si è fatta calda. Paris sguazzava nella sua piscina e prendeva il sole appiattita sul terrazzo. Iran inseguiva l’ombra per dormire.
Sto leggendo “Callas Prima Donna Assoluta” di Stelios Galatopulos.

Venerdì è arrivato il divano nuovo e oggi se ne è andato quello vecchio, tra milioni di acari, rinvenimenti di giochi di Iran considerati dispersi e di sospette tracce organiche feline (pipì finita su una monografia di Rothko, e persino su una lampada).

Così – dopo una giornata passata a cercare di sistemare casa, vista l’imminente inaugurazione del divano – finalmente mi ci sono seduta.
E’ sabato sera e c’è il temporale. Ho tutto: un divano rosso, musica, libri, gatti.