A volte la gente ti innamora.
Questa sera ero all’Esselunga e mi sono trovata davanti una cassiera di quelle che ti salutano guardandoti negli occhi, e ridono insieme a te – e si raccontano e ti ascoltano / non lavorerebbe mai in ufficio, non le piace – e poi così ha un po’ di tempo da passare con suo figlio.
Mi è piaciuta così tanto che mi ha fatto venir voglia di restare là a chiacchierare (ma la fila incalzava implacabile).

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Oggi se n’è andato Steve Jobs, il Visionario.
L’uomo che ha cambiato con le sue invenzioni il modo di vivere di tutti noi / scrivo queste righe da un MacBook Air, accanto a me Niagara che sonnecchia e il mio iPhone.
La musica: un nuovo CD scaricato ieri da iTunes.
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Stamattina ho incontrato un cliente che conosco da tanti anni.
E’ una piccola azienda di Meda, che produce divani; da qualche anno due dei figli dei fondatori gestiscono l’azienda.
Dall’esterno li ho visti entrare in azienda in punta di piedi, appena laureati, e poi guadagnarsi con i risultati il via libera dei genitori.

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Qualche giorno fa sono stata convocata per un progetto in uno studio notarile a pochi passi da Cordusio.
Ufficio grandioso, pieno di classe (volte a botte, cornici delle porte color giallo uovo, pavimenti magnifici, una cassaforte antica gigante).
Lo studio ha due soci, il socio giovane – il nostro notaio, piuttosto atipico, visto che non ha fatto un plissé leggendo l’oggetto sociale di Redbug – e quello Vintage.

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Qualche anno fa sono incappata nel facocero e mi sono ripromessa di scriverne, perchè purtroppo quella storia è la metafora di quel che succede in Italia / e in fondo uno dei motivi per cui è nato questo blog.
Siamo nell’era del facocero, insomma (dati i tempi devo precisare che non è un riferimento al nostro Presidente del Consiglio).

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