Questo non è un blog, ma una scatola delle scarpe in cui raccogliere frammenti, idee, indirizzi – tutto ciò che corro il rischio di perdere.
E’ nato un giorno di novembre 2010 al self service dell’IKEA, dove spesso mi rifugio per scrivere progetti senza il rumore di fondo dell’ufficio, anche se l’idea di raccontare delle persone che incontro sul lavoro e dei progetti che mi appassionano risale a qualche anno fa.
Il nome “Direzione contraria”, che a molti ricorderà una canzone di De Andrè, ha più di un significato: l’orgoglio di andare “in direzione (ostinata e) contraria“, se questo significa essere me stessa, al di là degli schemi disegnati da altri – e il fatto che molte volte mi sono trovata ad avere la “Direzione contraria”, nonostante la soluzione da noi proposta fosse la più sensata per il cliente – semplicemente perchè non usiamo amicizie influenti, non ci piace la politica e non paghiamo mazzette.
Ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno lottato per realizzare un progetto, correndo dei rischi nell’interesse delle loro aziende – e soprattutto di queste persone, anche loro “in direzione contraria”, voglio parlare in questo blog.